COME DANCE WITH ME
Elisabetta Antonini Sextet
Affiancata da una poderosa ritmica costituita da Luca Mannutza al piano, Francesco Puglisi al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria, e da una piccola ma preziosa sezione fiati composta da Aldo Bassi alla tromba e Paolo Recchia ai sassofoni, la cantante presenta arrangiamenti storici ed originali dal ritmo pulsante e trascinante, omaggiando così la tradizione ricca di swing propria dei grandi autori americani, le cui melodie incantano ancora oggi per forza espressiva e freschezza poetica.
Adriano Ercolani per Alexanderplatz Blog
Aldo Bassi, Tromba
Paolo Recchia, Sax
Luca Mannutza, Pianoforte
Francesco Puglisi, Contrabbasso
Marco Valeri, Batteria
Un progetto completamente nuovo del quale Elisabetta Antonini ci ha rivelato gli aspetti più interessanti in questa conversazione.
Com’è nato questo nuovo progetto?
Uno dei miei sogni nel cassetto è sempre stato quello di poter suonare i brani del Songbook Americano, i cosiddetti standard, con una sezione fiati oltre alla tipica ritmica di accompagnamento per immergermi nell’estetica più tipica dello swing vocale, pulsante e candido, quello che ho conosciuto per primo e che ancora mi incanta. I grandi arrangiatori come Nelson Riddle e Bill May, saranno i protagonisti di questa serata che vedrà alcuni riadattamenti dei loro storici lavori, frutto delle collaborazioni discografiche con le grandi voci del jazz. E’ un piccolo regalo che mi piace concedermi anche per la gioia di poter suonare questa musica con dei professionisti di primo livello, e ringrazio per questo Eugenio Rubei che da sempre spazio alle mie idee e incoraggia le mie proposte musicali.
In cosa si distingue dai tuoi concerti precedenti?
Nei miei concerti solitamente molta della musica che eseguo è di stampo moderno o è da me composta. Le atmosfere sono dense o molto rarefatte, spesso si passa nell’ambito dello stesso brano ad episodi musicali molto contrastanti tra loro, e viene lasciato ampio spazio alla ricerca sonora, all’interplay tra i vari musicisti e all’improvvisazione, a volte anche collettiva. Con questo concerto torniamo alle atmosfere delle sale da ballo di Harlem, dove le big band suonavano temi e arrangiamenti ricchi di swing, complessi eppure lineari e la musica era pensata per danzare sebbene venisse scritta ed eseguita in modo superbo. Per questo ho scelto come nome del progetto Come Dance With Me, citando il titolo di una delle melodie che suoneremo.
Qual è l’aspetto per te, come artista, più interessante di questa collaborazione?
Ciò che mi interessa maggiormente nella mia attività artistica è pormi delle sfide e cercare sempre di inseguire il potenziale di crescita che c’è dietro ad ogni serata, ogni programma, ogni collaborazione. Qui la sfida è stata innanzitutto musicale, visto che mi sono occupata di tutti gli arrangiamenti dei fiati, ed è stato difficile per il poco tempo che avevo a disposizione ma, devo confessarlo, immensamente gratificante e stimolante.
La difficoltà è stata selezionare il materiale, potendo disporre di un’infinità di registrazioni belle in egual misura, ma soprattutto adattare un materiale musicale pensato e scritto per big band perché potesse funzionare suonato in sestetto. La sfida sarà anche quella, al momento del concerto, di mantenersi stilisticamente coerenti alla natura di questo repertorio, dove il canto è apparentemente lineare ma è incredibilmente ritmico e carico di swing.
Quali nuovi progetti hai in cantiere?
Appena fatto questo concerto mi tufferò in un nuovo progetto condiviso con la contrabbassista Federica Michisanti (NdC fresca vincitrice del Top Jazz 2018 come Nuovo Talento)come, Bas(s)ic Instinct, un duo col quale ci esibiremo a metà febbraio a Napoli e più avanti anche a Roma. Poi ci sarà un concerto ad Honk Kong sempre a febbraio con Nuance Arpa&Voce Duo, grazie alla collaborazione ormai decennale con l’arpista Marcella Carboni con la quale stiamo ragionando sul nostro prossimo disco.